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Domani si comincia
Visconti affila le armi

A Donoratico il via alla stagione del ciclismo. Il campione italiano si confessa: "Ho una voglia enorme di iniziare, ma la reperibilità è diventata un incubo"

Giovanni Visconti, 25 anni, nel 2007 ha vinto anche la coppa Sabatini. Ansa
Giovanni Visconti, 25 anni, nel 2007 ha vinto anche la coppa Sabatini. Ansa
MILANO, 8 febbraio 2008 - Giovanni Visconti parla come pedala. Chiaro, efficace, senza fronzoli. Da domani, a Donoratico, comincerà a portare in gruppo anche nel 2008 la maglia tricolore conquistata il primo luglio scorso a Genova. Lo aspetta l’emozione unica di un Giro d’Italia al via da Palermo, la sua città.
Visconti, come si sente?
"La scorsa settimana ho avuto un virus intestinale che per tre giorni mi ha svuotato. Un contrattempo e niente di più: meglio averlo adesso che poi. Comunque due buoni allenamenti li ho fatti".
Per caso ha incontrato Cipollini?
"Sì. E sembra che non abbia mai smesso. Poi ha una grinta che fa paura. Ero reduce dal virus, ma facevo fatica a tenerlo in pianura. Se vincesse una volata al Giro di California, di certo non ne sarei sorpreso".
Dove correrà dopo Donoratico?
"Challenge Maiorca e Ruta del Sol. Ma è alla Tirreno-Adriatico che comincerò a farmi vedere".
Con quale stato d’animo comincia la stagione?
"Ho una voglia enorme di iniziare. Ma le confesso che sono anche nervoso".
Le pesa la necessità di riconfermarsi ad alti livelli?
"No, non è questo".
Che cos’è allora?
"Non voglio girarci attorno. E' la questione della reperibilità che sta diventando un incubo. Sono giorni che studio i regolamenti, e non sempre sono chiari".
Oggi a San Vincenzo verrà un funzionario del Coni per parlare proprio di questo con gli atleti. Lei ci sarà?
"Certo. E spero che saremo in tanti".
Che cosa non la convince del sistema attuale?
"Troppi obblighi, troppe complicazioni. Uno stress. In questi ultimi giorni mi è capitato anche di litigare con i genitori, con la fidanzata... Ci vuole una segretaria per riuscire a stare dietro a tutto. Io mi faccio aiutare da mia sorella".
Obiezione: è colpa proprio dei corridori se si è arrivati a questo punto.
"Non vorrei essere frainteso. Sì ai controlli frequenti, sì ai test a sorpresa, sì alla severità contro il doping".
Lei che cosa propone?
"Comunicare i dati su reperibilità e spostamenti a un solo ente. E non doversi attaccare a internet o ai fax per riferire di spostamenti o cambi di programma minimi. Cominciamo da qui. In una parola: buon senso. In realtà sono due parole. Ma il concetto resta quello".

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