L'ORA DEL PASTO. PASQUALON E L'INTERVISTA PIU' VERA

NEWS | 28/06/2021 | 08:10
di Marco Pastonesi

Un bambino gli si avvicina, lo squadra, poi gli domanda: “Ma sei l’originale?”. Lui, Andrea Pasqualon, il Falco di Enego, maglia Wanty, bici da corsa, occhiali da gara, scoppia a ridere. Sì, si può cominciare con il botta-e-risposta fra lui e i “cuccioli” al Bike Summer Camp organizzato da Samuel Marangoni all’Hotel Panorama (un bike hotel) di Panchià, in Val di Fiemme. Domande da cronisti, da reporter, da intervistatori. Curiosità sfrenata.


La prima bici da corsa? “Una Wilier”. La prima bici vera? “Una bmx, rossa e gialla, era così alta che per partire dovevo salire su un muretto”. La passione? “Guardando le corse alla tv. Indurain, Pantani... E guardando il Giro d’Italia del 1998 passare davanti a casa: era l’Asiago-Selva di Val Gardena, Pantani indossava la maglia verde, ma dopo il secondo posto dietro a Guerini conquistò la maglia rosa”. Più duro il Giro o il Tour? “Il Giro, ne ho fatto uno, per le salite, e il Tour, ne ho fatti tre, per le medie, lo stress, la velocità, il caldo”. L’allenamento? “Dipende. Ma in generale fra le 27 e le 32 ore settimanali, passando dalle cinque-sei-sette ore dei lunghi alla due ore, anche una e mezza, dei giorni di scarico”. Il riposo? “Fondamentale. A cominciare dalle otto-nove ore di sonno”. E l’alimentazione? “Poco e spesso. Cinque pasti al giorno, un po’ di tutto, cercando di evitare dolci e salse”. In corsa? “Ci preparano tortine di riso con marmellata, miele, cioccolato...”.


La prima vittoria? “A 20 anni, terzo anno da dilettante, in una notturna. E mi sbloccai”. La vittoria più bella? “Forse la Coppa Sabatini. L’avevo sfiorata, arrivando già due volte secondo, finché finalmente la conquistai, davanti a Sonny Colbrelli, l’attuale campione d’Italia”. La velocità più alta? “In volata, 74 all’ora al Tour de France due anni fa”. E in assoluto? “Centosedici, sulla Marmolada, giù verso Malga Ciapela”. E la velocità più bassa? “Sullo Zoncolan. Meno di 10 all’ora”. Quanti chilometri l’anno? “Circa 38-39 mila, quasi il giro della Terra”. La corsa più dura? “La Liegi-Bastogne-Liegi. Lunga, spesso con il maltempo, e neanche un metro in pianura”. La corsa considerata persa e poi invece vinta? “Da dilettante, a Col San Martino, a 20 chilometri dall’arrivo forai la ruota posteriore prima dell’ultima salita, cambiai la ruota con quella di un compagno di squadra, rientrai e vinsi in volata”.

Quanto costa una bici? “La mia, ma non è mia, è della squadra, costa 8500-9mila euro”. Quanto pesa? “Sette chili e 400, ma ha i freni a disco. Il minimo è 6,800. E c’è chi, per arrivare a quel minimo, la fa piombare”. Quante bici? “Due, una da strada, l’altra da crono, a casa. E quattro, tre da strada e una da crono, nel magazzino della squadra”. Niente mountain bike? “Sì, d’inverno”.

La caduta più terribile? “In Belgio, in una discesa, andavo a 60 all’ora, entrai nel canaletto di scolo dell’acqua ai bordi della strada, mi scivolarono mano e braccio dal manubrio, sbattei contro il marciapiede in cemento, mi maciullai la coscia”. La caduta evitata? “Tante, tutte miracolose”.

Gli avversari? “Tutti”. Anche Peter Sagan? “Abbiamo le stesse caratteristiche, ma lui è più forte di me. Per questo riuscire a batterlo sarebbe bellissimo”. E il pubblico? “Senza, è brutto. E’ come giocare in uno stadio vuoto. Invece la gente ai bordi della strada, che urla, esorta, incoraggia, ti fa andare più forte. Ma bisogna stare attenti. Fra cartelli e cellulari, gli spettatori si sporgono e c’è il rischio di scontrarsi”. La fuga? “Difficile da prendere, a volte difficilissimo, quasi impossibile. C’è chi al chilometro zero sfrutta la scia della macchina della giuria quando accelera e ci prova subito”.

Mai sbagliato percorso? “In Olanda, strade strette e incasinate, destra e sinistra, dentro e fuori, e il vento. Gruppo scremato, io nell’ultimo gruppetto, nell’ultimo giro – era un circuito – la moto-staffetta sbagliò strada e così ai meno 10 ci ritrovammo in testa alla corsa. Raggiunti dai battistrada, rinunciammo a disputare la volata. Ma forse non tutti rinunciarono”.

Mai arrivato ultimo? “In un Tour de France. Caduto nella tappa di Roubaix, sul pavé, mi ero fatto male alla schiena. Passai il giorno di riposo a letto. Poi c’era da scalare l’Alpe d’Huez dopo aver superato altri due colli. Pronti, via, dopo una ventina di chilometri mi staccai per i dolori, ma continuai chiedendomi se ce l’avrei fatta ad arrivare al traguardo. Con la giusta ostinazione e qualche borraccia lunga, ci riuscii. Con me, ma all’arrivo davanti, c’era proprio Colbrelli, vittima non di una caduta, ma di una giornata nera”.

Come andavi a scuola? “Ero pazzerello. Organizzavo scherzi, giochi, tranelli. Poi diventai abbastanza bravo, ricevetti anche buoni voti, anche perché i miei genitori, se fossi andato male, non mi avrebbero concesso di fare sport”. Quali sport? “Sci. Discesa. Ho sempre amato la velocità”. Anche adesso? “La squadra mi autorizza a sciare, d’inverno, lontano dalle corse, solo quattro o cinque volte”. Altre cose lontano dalle corse? “La caccia. Alla lepre, con il fucile e i miei segugi”.


Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
C'è il sigillo di Juan Ayuso sulla tappa regina della Tirreno-Adriatico 2025: lo spagnolo dell'UAE Team Emirates XRG ha fatto la differenza sulla salita finale della sesta frazione, quella di Frontignano, ed è andato a prendersi sia il successo parziale...


Il maltempo ha caratterizzato ancora una volta la Parigi-Nizza: pioggia, neve e freddo hanno reso la corsa estremamente dura per i corridori. Matteo Jorgenson ha mantenuto la maglia gialla di leader, ma domani con l’ultima frazione i corridori continueranno a...


L’australiano Michael Storer, in modo eroico ha vinto la settima tappa della Parigi-Nizza, riuscendo a resistere alla pioggia, alla neve e al freddo. Lo scalatore della Tudor Pro Cycling, dopo aver tagliato il traguardo, era visibilmente provato, tanto da tremare...


l JCL Team Ukyo riprende la parte asiatica del suo calendario con il Tour de Taiwan, una corsa che già in passato ha riservato delle soddisfazioni alla squadra giapponese con una base di allenamento anche in Italia. La competizione si...


Federico Brafa firma la prima vittoria della categoria Junior a Internazionali d’Italia Series 2025, imponendosi sul tecnico e insidioso tracciato di Pineta Sperane. Il giovane atleta di KTM Protek Elettrosystem ha conquistato il successo in solitaria al termine di una...


L'australiano Michael Storer ha vinto per distacco la Nizza / Auron, penultima tappa della Parigi-Nizza 2025. L'atleta della Tudor ha distanziando di 20" lo svizzero Mauro Schmid del Team Jayco AlUla e 30" il tedesco Georg Steinhauser della EF andando a conquistare la sua...


Dall'alto dei suoi 18 anni Adria Pericas ha conquistato il suo primo successo nella massima categoria. Il talentuoso spagnolo della UAE Team Emirates Gen Z si è aggiudicato il tappone della Istrian Spring Tour che oggi si è arrivato in...


Vittoria norvegese nella seconda tappa del Tour of Rhodes Powered by Rodos Palace che oggi si è conclusa nella località di Kalithies. Ha vinto Ludiv Holstad, della formazione Lillehammer CK Continental Team, allo sprint sul polacco Budzinski e l'algerino Reguigui....


Nonostante la pioggia intensa, che da stamane non accenna ad una seppur minima tregua, la città di Luino rimane vestita a festa. Le vetrine di tutto il centro raccontano di un ciclismo che qui ha radici antiche. Palazzo Verbania, epicentro...


La chiamano il Tour de France della mountain bike e da domani potrete seguirla live su tuttobiciweb.it. Stiamo parlando della Absa Cape Epic, che quest'anno celebra la sua 21a edizione dal 16 al 23 marzo. I migliori rider del mondo...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024