DONNE. A quattr'occhi con la "maga" Giorgia Bronzini

INTERVISTA | 28/03/2014 | 11:21
Giorgia Bronzini, bicampionessa del mondo a Geelong 2010 e Copenhagen 2011, ha iniziato il 2014 in Australia con tre vittorie di tappa e la classifica generale della Mitchelton Bay Cycling Series di Geelong. Abbiamo incontrato la piacentina classe '83, terza domenica scorsa al GP Cornaredo, nel traing camp che sta svolgendo con la Wiggle Honda in provincia di Treviso.

Come stai Giorgia? «Bene, sto recuperano da un leggero stiramento all'adduttore sinistro ma non posso lamentarmi del lavoro svolto in questi giorni. La Wiggle Honda è davvero la mia squadra dei sogni, qui devo solo pensare a correre. Tra noi compagne ci divertiamo così tanto che c'è la lotta per andare a più corse possibili. Siamo un bel gruppo, è questo il segreto della vittoria. Non so cosa succeda in casa Lululemon, Rabobank, Lotto ma noi siamo un vero top team superorganizzato (solo per questo training camp settimanale Wiggle ha investito 80.000 euro, ndr) ma dal clima familiare».


I tuoi obiettivi per questa stagione? «Domenica sarò a Cittiglio per la seconda prova di Coppa del Mondo, poi ho in programma Fiandre e GP Dottignies. Come squadra puntiamo forte al primo Tour di Gran Bretagna quindi voglio arrivarci in grande forma, a seguire Giro d'Italia e La Course by Le Tour de France. Vorrei aggiudicarmi una Coppa del Mondo, penso a quelle in Cina e in Germania. Il mondiale di Ponferrada? Dicono non sia durissimo, ma dovremo fare i conti ancora una volta con Marianne Vos che ci renderà comunque la vita dura. Sono contenta della visibilità che avremo quest'anno grazie all'operato dell'UCI, tutti potranno vedere la forza di noi donne».


In questo team sei rinata. «Alla Wiggle Honda ho ritrovato la tranquillità che avevo un po' perso negli ultimi anni, il passaggio dalle squadre italiane in cui ho militato all'estero è stato come per un bambino ricevere un giocattolo nuovo. Non voglio denigrare i team di casa nostra ma per il punto a cui era arrivata la mia carriera, avevo proprio bisogno di intraprendere una nuova avventura. In questa formazione ho ritrovato l'eccitazione per il mio lavoro, due anni fa vedevo la bici solo come il mio mezzo di lavoro, il mio dovere, dalla passata stagione pedalare è ritornato ad essere anche un divertimento. Qui inoltre ho la possibilità di confrontarmi con tante ragazze di talento come le campionesse olimpiche su pista inglesi che si sono messe alla prova su strada con un entusiasmo che mi sprona ancor di più a far bene e a dar loro il buon esempio. Essere un punto di riferimento per le atlete giovani mi lusinga e mi piace molto».

Diverse tue coetanee compagne di nazionale hanno appeso la bici al chiodo, tu per quanto ancora ti immagini in sella? «Prima dell'esperienza all'estero ti avrei risposto che avrei smesso a breve, ora come ti ho detto si è riaccesa la fiamma, riassaporare la vittoria con più frequenza mi fa dire che almeno fino a Rio 2016 mi vedrete in azione. In questi anni mi sono tolta parecchie soddisfazioni, ma ho ancora un sogno da realizzare, conquistare i cinque cerchi. Mi piacerebbe poter lottare per la medaglia d'oro nella corsa a punti (specialità di cui è stata campionessa del mondo nel 2009, ndr). Rimettessero questa specialità nel programma olimpico come prova singola sarebbe perfetto. Ho sentito che Brian Cookson ha proposto di inserirla nelle Olimpiadi invernali del 2018, in quel caso tirerò dritto per esserci».

E da grande Giorgia Bronzini che farà? «Molto dipenderà dalla Forestale, ma lo sbocco naturale della mia carriera vorrei fosse una collaborazione con la FCI. Mi piacerebbe mettere a disposizione la mia esperienza soprattutto per il settore pista, in cui siamo evidentemente carenti. Dino (il CT Edoardo Salvoldi, che è anche suo preparatore, ndr) non ha mai avuto una donna nel suo staff... In alternativa vorrei lavorare in un team ben organizzato come questo. Lo zampino qui un po' ce lo metto già ora».

Giulia De Maio

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