È uomo da gruppo e da fughe, da Nord e da grandi giri, da distanze e da inseguimenti. È trevigiano di Maser, ha 30 anni, questo sarà il suo ottavo da professionista. Ha corso con Lampre, Katusha, Quick Step, Omega, Iam e, dal 2013, Androni-Venezuela. Marco Bandiera sventola sempre e non ammaina mai. E ormai in corsa ci sta come a casa.
La pulce: quella dei Pirenei era lo spagnolo Trueba, quella di adesso? “Più Betancur che Pozzovivo. Ma il colombiano sarebbe un campione di pulce se corresse a tempo pieno”.
Il leone: quello delle Fiandre era Fiorenzo Magni, quello di adesso? “Cancellara. Ruggisce sul pavé e sui muri, a crono e in linea, in volata e in contropiede. Ha un motore di un’altra, anzi, di un’alta cilindrata”.
E il re leone? Una volta era Cipollini, adesso? “Kittel. Stessa potenza di SuperMario, però meno carisma. La sua progressione negli ultimi 250 metri è impressionante”.
L’aquila: quella di Toldeo era Bahamontes, quella di adesso? “Aru e Quintana. Se posso, cerco di anticiparli. Se non posso, mi accontento di rivederli al foglio-firma del giorno dopo. Significa che non sono finito fuori tempo massimo”.
Il falco: da Savoldelli a… “Nibali. In discesa va giù in picchiata. Nessun corridore si rende esattamente conto dei pericoli che corre, forse perché corpo e bici formano un tutt’uno. L’importante è non pensare ai rischi, altrimenti ciao”.
L’airone: c’è un altro Coppi? “Per l’eleganza, per lo stile, la leggerezza, direi Contador. Danza sui pedali”.
E il camoscio: una volta era Taccone, adesso? “Purito Rodriguez. Ed è anche una persona speciale. In gruppo non ce n’è uno che possa dire qualcosa contro di lui”.
Bandiera, lei in squadra ha un delfino. “Pellizotti. Un altro professionista così serio e preciso, allo stesso tempo semplice e umano, non c’è”.
E in squadra ha ritrovato anche un… Gatto. “Oscar è un vincente. Con "Pelli", Gatto e Dall’Antonia, nell’Androni abbiamo formato un piccolo gruppo veneto di amici, oltre che compagni di squadra e allenamento. L’importante sarà cominciare bene e guadagnarci, sulla strada, l’invito al Giro d’Italia”.
Intanto? “Palestra e bici. Con calma, ma non troppa, per essere brillante già in gennaio al Tour de San Luis, in Argentina”.