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L'ultimo Zoncolan di Simoni
"Ma niente romanticismi"Lo scalatore trentino chiuderà col ciclismo dopo questo Giro che non lo vede protagonista: "Quando ho accettato di correrlo non sapevo quanto sarei stato competitivo. Ora sto meglio, ma non abbastanza per vincere e nessuno mi regalerà nulla. Ma qui ho bellissimi ricordi"
MESTRE, 23 maggio 2010 - Questa è l’ultima volta che Gilberto Simoni affronta lo Zoncolan, da corridore e verosimilmente anche in assoluto, una salita del genere si affronta quando c’è qualcosa in palio e non per sport. E’ l’ultima volta e sarà anche la prima che Simoni non vincerà, perché la condizione con la quale ha affrontato questo Giro d’addio non gli permette sogni ambiziosi. "Quando ho accettato l’offerta dei Galbusera non sapevo sinceramente quale fosse il mio stato di forma. Dopo aver preso due ore nelle prime due settimane, devo ammettere di non essere competitivo. Non come avrei voluto, almeno".
- La vittoria di Simoni sullo Zoncolan nel 2007. Reuters
Le altre due volte in cui il Giro ha scalato lo Zoncolan lei vinse? Oggi proverà almeno una fuga dimostrativa per congedarsi con orgoglio?
"Mi piacerebbe, ma temo che gli uomini di classifica non mi lasceranno spazio. Non perché mi temano, è ovvio, ma perché la lotta in testa è divampata così ferocemente da ridurre di molto la possibilità di fughe; questa è una tappa troppo importante, non ci sarà spazio per i romanticismi".Le prime due settimane di corsa avranno comunque migliorato la sua condizione...
"Normalmente dovrebbe essere così, ma il maltempo mi ha tolto molte energie. Sto meglio rispetto all’Olanda, ma non abbastanza per puntare a una tappa".Simoni, ripercorrendo strade per lei così gloriose - ha vinto due Giri e in altri cinque è salito sul podio - si finisce per pedalare nei ricordi?
"A sera, quando si cena tutti allo stesso tavolo, i compagni più giovani mi chiedono di quella volta o di quell’altra. Si ride, si scherza. In corsa, invece, i pensieri durano un attimo. Una curva, un casolare, un monumento, e quell’attimo diventa una finestra su una giornata intera, della quale ricordo tutte le sensazioni. Ma è appunto un attimo; il pensiero poi passa, con tutto ciò che si è portato dietro, e torni a concentrarti sulla ruota di chi ti sta davanti".Fra una settimana avrà chiuso col ciclismo. Come si sente?
dal nostro inviato
"Né triste né allegro. Semplicemente si chiude una fase della mia vita, e in modo naturale. Non so cosa farò dopo, non credo il direttore sportivo, e comunque adesso non ci penso. Io vivo così, momento per momento".
Paolo Condò© RIPRODUZIONE RISERVATA- ARTICOLI CORRELATI +
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