«Ho appena corso due gare in Canada e sto andando bene. Sono stato in altura a Livigno per prepararmi al Mondiale. Avrei avuto il rendimento massimo tra due settimane».
Quando ha saputo dell’esclusione?
«Sabato dopo la gara in Quebec. Non mi è andata giù, perché con Paolo avevo già parlato e lui era stato chiaro, dicendo che il percorso era adatto a me e avrei avuto un posto. Mi ha detto che se ci ripensava mi avrebbe chiamato, ma a quel punto avrei detto di no, per non sentirmi un peso. Ha fatto le sue scelte, le rispetto, ma non le condivido».
Per Bettini un iridato non può venire a fare il gregario.
«Sono nato facendo il lavoro sporco. Ho contribuito alle vittorie di Paolo e a Varese ho lavorato per lui raccogliendo i frutti nel finale. L’anno scorso avevo il numero 1 sul petto e ho accettato di buttarmi nelle fughe iniziali, senza problemi. Mi aspettavo di esserci».
Non viene però da una stagione esaltante, concorda?
«Sì, è vero. Ma il lavoro che mi veniva richiesto l’avrei saputo fare».
Pensa che l’inchiesta di Mantova abbia influito nelle scelte?
«No. Più che altro ha influito nella mia stagione, facendomi saltare la Roubaix».
Per molti questa è una squadra con troppi amici di Bettini. Che ne pensa?
«Con lui ho sempre avuto bel rapporto. Il mio unico difetto forse è quello di non chiamarlo ogni giorno. In questo gruppo ci sono tanti bei corridori, che però faticano sulla distanza lunga. Quando la gara si fa dura, invece, io so farmi trovare pronto».
Paolini era l’unico regista possibile?
«In questi anni ho imparato pure io come si fa. Luca può avere quel ruolo, però bisogna anche meritarselo. Quello che non approvo è che uno sappia un mese e mezzo prima di aver il posto assicurato, senza poi fare risultati».
Il discorso potrebbe valere anche per Pozzato?
«Non mi sembra che abbia dimostrato tanto di più rispetto agli altri. Però Paolo non ha un lavoro facile: quest’anno ci sono state poche vittorie».
È stato il suo amico Pozzato a farla fuori, preferendo Nibali?
«Il c.t. mi ha detto che Pozzato non c’entra. Spero sia stato onesto».
Che mondiale sarà?
«Ho parlato con Evans che è di quella zona. Farà
freddo e se ci sarà brutto tempo il vento creerà condizioni simili alle
classiche del Nord».
L’ideale per lei, giusto?
«A novembre Ballerini andò in sopralluogo e mi chiamò, dicendomi che era una corsa come il Giro delle Fiandre, che ho vinto. La stessa telefonata l’avevo ricevuta a inizio agosto da Bettini....».
da «Il Corriere della Sera» del 15 settembre 2010 a firma Paolo Tomaselli